sabato 14 febbraio 2015

Bianco su bianco: risotto mantecato con bufala al profumo di caldarroste





Si dice che anche la follia sia una questione di percezione, anche se non sono proprio sicura: potrebbe essere anche una convinzione, per sentirci tutti più o meno "normali".
Preparando questo risotto, ispirato ad un periodo passato, in cui il colore predominante era il nero, ho rievocato una delle mie forme di follia, che mi accompagnò per lungo tempo. 
Negli ultimi anni in cui vivevo con i miei genitori (ormai ne sono passati quindici), passai un periodo in cui, casualmente, sceglievo solamente cibi di colore bianco. 
Per carità, non ho mai negato un buon piatto di pasta al pesto, ma feci caso a questo mio tormento perché, andando a mangiare il gelato, in quel periodo sceglievo solamente gusti dall'aspetto candido. 
Non era da me: nonostante la cura per la mia alimentazione, sono sempre stata sostenitrice della teoria "se si sgarra, lo si fa per bene!". Da sempre quindi i miei gelati avevano i colori e i gusti di frutta secca, gianduia, tiramisù o malaga. 
Me lo fece notare mia madre, che si concedeva spesso, insieme a me, un buon cono artigianale.
Al mio terzo gelato bianco, mi chiese come mai il mio fosse, nonostante i quattro gusti scelti, così monocromatico. Fu da quel momento che iniziai a dare così importanza anche ai colori di ciò che mangio, cosa che ognuno di noi fa, ma a cui spesso non presta attenzione. 
Il bianco in quel periodo mi rassicurava, aveva la funzione di rilassare, coccolare e proteggere, compensando i colori caratteristici delle turbolenze che stavo attraversando. 
Proposi questo risotto ad una cena in cui, gli ospiti, mi chiesero espressamente qualcosa di molto semplice e dal gusto delicato, ma dall'effetto elegante ed allo stesso tempo sofisticato. 
Pochi ingredienti, di qualità eccellente, e cotture brevi: fu un successo. 









Ingredienti per 2 persone:

160 gr riso Acquerello
100 gr ricotta di bufala
4 castagne secche morbide
olio evo qb
sale qb
pepe bianco qb






Scaldate un pentolino con 500 ml di acqua, tre volte il peso del riso. Portate ad ebollizione. 
In una casseruola larga e dai bordi bassi, tostate il riso per qualche minuto, senza alcun grasso. Giratelo spesso con un mestolo di legno, tenendolo a fiamma vivace, ma non fatelo colorire. Vi renderete conto del punto giusto di tostatura perché diventerà traslucido, ma non dovrà dorare. A questo punto abbassate la fiamma e versate tutta l'acqua bollente. Girate una volta e coprite la pentola, tenendo la fiamma al minimo e lasciando cuocere senza girare, per 15 minuti. 
Intanto scaldate un altro bicchiere di acqua. 
Lavorate la ricotta, in una coppetta, fino ad ottenere una crema. 
Tagliate le castagne a lamelle e tostatele in un pentolino, senza alcun grasso ma con un pizzico di sale, finché non saranno leggermente brunite ed avranno il profumo tipico delle caldarroste. 
Trascorso questo tempo, il riso avrà assorbito quasi tutta l'acqua di cottura ed avrà tirato fuori l'amido. Spegnete il fuoco, mantecate con la ricotta e salate il riso. Aggiungete altra acqua, sicuramente sarà necessario perché la ricotta tende a legare molto con l'amido del riso. Spolverate con pepe bianco e mescolate nuovamente. 
Servitelo in piatti abbastanza larghi, in modo che si possa spandere. Guarnite con le castagne, spolverate di pepe bianco ed aggiungete un filo del miglior olio extravergine. 

Con questa ricetta partecipo al contest di Sabrinaincucina, "Regalami un risotto".



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