martedì 9 settembre 2014

Bachalau a Bras

Arrivai a Buzios per qualche giorno di relax, dopo aver concluso un tour de force a Vitoria, città in cui si era appena conclusa la fiera a cui avevo partecipato nei giorni passati.
Era tardo pomeriggio, più o meno le 18.00, e ancora il sole scaldava il parabrezza dell'auto a noleggio con cui mi ero spostata nell'ultima settimana.
Finalmente, dopo essermi persa una decina di volte, a causa delle mappe del navigatore (avrebbero segnalato più facilmente le strade dell'antica Pompei che quelle di una moderna metropoli), arrivai in hotel, raggiungendo rapidamente la camera per una doccia gelata.
Lasciati gli abiti formali e piuttosto scomodi per quelle temperature mi trasformai in una perfetta brasiliana, indossando un pantaloncino di cotone, fresco e dalle tonalità accese, una canottiera bianca comprata ad un mercatino locale e le tanto sospirate Hawaianas, rigorosamente verdi e gialle, colori tipici della bandiera carioca.
I giorni a Vitoria, considerando l'andamento lento e rilassato dei brasiliani, erano stati comunque molto faticosi per il caldo e l'assenza di aria condizionata all'interno dei locali in cui si svolgeva la fiera.
Motivo per cui ero arrivata a spiegarmi il perché dei loro ritmi, più adatti a bradipi disidratati che a uomini d'affari.
Mi concessi una passeggiata lungo mare, senza borsa e con pochi soldi nascosti sotto l'elastico degli shorts, comprai una birra (quella brasiliana crea dipendenza) e camminai fino all'ora di cena, godendo di un tramonto favoloso.
La passeggiata era curata e molto verde, per permettere alla miriade di ristoranti di far mangiare i loro ospiti all'ombra delle palme.
Era la prima volta per me a Buzios, così decisi di scegliere il ristorante in base al numero dei commensali seduti e prestando attenzione al fatto che fossero locali anziché turisti.
Di solito, quando il posto offre un'ampia scelta di ristoranti in cui si può mangiare, quelli più affollati e dove i menù sono scritti in lingua locale anziché tradotti in 5 lingue tendono ad essere i migliori.
Seguendo il mio istinto non sbagliai, assaggiando per la prima volta questo favoloso piatto, tipico dei paesi di lingua portoghese, in cui il baccalà regna sovrano.
Al posto delle olive nere ho aggiunto quelle giganti di Cerignola, per dare una nota saporita e del tutto italiana a questo piatto ottimo.





Ingredienti per 3 persone:

250 gr baccalà
3 patate
3 cipolle bianche
3 spicchi d'aglio
10 olive di Cerignola
2 uova
olio evo qb
pepe qb
sale qb (solo se necessario)

Ammollate il baccalà per almeno 24 ore, cambiando l'acqua ogni 4 ore, in modo da eliminare il sale in eccesso.
Una volta terminato il tempo di riposo sciacquate sotto l'acqua il pesce ed asciugatelo bene, tamponando con un canovaccio pulito.
Successivamente spellatelo con un coltello a lama flessibile e tagliatelo a cubetti piuttosto piccoli.
Pelate le patate e tagliatele a bastoncini di circa mezzo centimetro.
Snocciolate le olive, tenendo qualche lamella per la decorazione e tritando grossolanamente il resto.
In una larga padella versate dell'olio evo, fatelo scaldare e friggete le patate finché saranno dorate.
L'olio non dovrà coprire le patate interamente, come per friggerle tradizionalmente, ma dovrete essere voi a girarle delicatamente di tanto in tanto, facendo attenzione a non romperle troppo.
Lasciate asciugare le patate dall'olio su un piatto con carta assorbente.
Pelate le cipolle e gli spicchi d'aglio, tagliando a fette sottili le prime ed a lamelle i secondi.
Versate nella padella con l'olio rimanente le cipolle e l'aglio, che farete cuocere per circa 15 minuti con un po' d'acqua, finché non l'avranno assorbita completamente.
In un piatto a parte sbattete le uova, aggiungendo una spolverata di pepe macinato al momento.
Quando le cipolle saranno cotte aggiungete il baccalà e fate rosolare qualche minuto a fiamma viva, girando spesso.
Aggiungete le patate, le olive tritate e le uova, abbassando la fiamma e lasciandole rapprendere un paio di minuti, senza mescolare.
Controllate la sapidità, perché talvolta il baccalà rimane molto saporito, non rendendo necessario l'uso del sale nella preparazione.
La cottura delle uova è a gusto personale, a me piacciono leggermente più cotte, perché formano una leggera crosticina intorno alle patate e al pesce, veramente gustosa.
Impiattate subito e servire con le olive a guarnizione.



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